Le estati dell’infanzia

Cercando una rada d’appoggio a poche miglia da Spalato e Trogir, abbiamo scoperto la baia di Nečujam sull’isola di Šolta. In una delle calette laterali, ci ritagliamo, letteralmente, uno spazio tra altre imbarcazioni, visibilmente di ‘locali’, ormeggiando con cime a terra, prua al vento.

Ormeggio nella baia di Nečujam

C’è qualcosa in questo luogo che ci seduce subito, tanto da farci decidere di trascorrere lì, stanziali, l’unica settimana libera da equipaggi.

Ogni giorno, intorno mezzogiorno, il vento nella baia cambia direzione, di quasi di novanta gradi, e si fa intenso.

E con lui, ritmicamente, come atlete di nuoto sincronizzato, girano le prue delle barche a vela: la cima a terra sopravvento viene portata a prua, così che questa si posizioni al vento.

A mezzogiorno il vento gira e con lui le barche

La giornata è scandita da un altro piccolo, magico, evento annunciato dal suono di un due tempi fuoribordo. Da un piccolo cabinato di fronte a noi, ogni giorno, più volte al giorno, si stacca il tender con a bordo nonno e nipote.

Il gommoncino è proprio piccolo, sbilanciato in dietro. Al motore siede il nonno, bianco di capelli e robusto, mentre il nipote, uno scricciolo magrolino, scuro di capelli, di circa 8anni, siede a prua, rigorosamente all’interno dei tubolari. Una nuova avventura li attende. Andate e ritorno, puntuali e belli. Niente parole, solo quelle essenziali, quello che conta sono le tante cose fatte insieme. Seguo questa ritmica migrazione curiosa di vedere cosa hanno organizzato: un pò di snorkelling, un’uscita di pesca – il tender attrezzato con un simpatico ombrellone per ripararsi dal sole – la spesa, o semplicemente un giretto tra le barche ormeggiate.

E’ come se fossi sul tender con loro, e mi immagino quello che succede:

un creare avventure di un’infanzia e una ‘nonnitudine’, come la chiama il mio amico Nicola, felice. Vedo un silenzio complice, interrotto di tanto in tanto dal chiacchierio del bimbo. Mi immagino che la posizione del nipote a prua sì, ma dentro il gommone, sia frutto di una prudenza dettata dalle raccomandazioni della nonna e mi immagino il nonno bofonchiare ‘Per carità stai seduto dentro che se succede qualcosa chi la sente quella?’ Mi piace pensare che siano tutte situazioni virtuose, momenti di crescita indelebili nel cuore di quel bambino.

Nonno e nipote
ph. Mariana Gamboa

Confesso che questa mia ammirazione porta con se anche una nota malinconica. Osservo quel rapporto che ho sempre desiderato e non posso avere. Ho sempre voluto poter essere presente, in maniera significativa, nella vita di qualcuno, dalla sua infanzia all’età adulta. Guardo a questa relazione, nonno-nipote, attraverso il dolore del lutto della famiglia numerosa che ho sempre desiderato, ma mai ottenuto. Il senso di essere relegata a ‘meteora’ nella vita degli altri, li guardo e penso che non solo non sono madre, ma non sarò neanche nonna.

Li guardo e sorrido al pensare che, forse, l’aver lavorato per anni con i bambini accompagnandoli per avventure, sia stato, in maniera del tutto inconscia, cercare di essere un pò, per un momento, per loro, come questo nonno. Che l’essere venuti con me per boschi, per scogli o in vela, li abbia aiutati a costruire parte del proprio rapporto con la Natura.

Intanto il vento è girato di nuovo, le cime di terra da prua sono riportate a poppa, il vento è calato e la giornata sta volgendo all’imbrunire. Chissà i miei due cosa stanno programmando per domani?

Al tramonto le barche tornano a puntare la prua verso il vento dominante