Viaggio nel cuore della Norvegia

Un viaggio di scoperta della Norvegia nascosta, da Trysil nel cuore profondo della taiga fino a Røros, Patrimonio mondiale dell’Unesco.

Un viaggio di scoperta della Norvegia nascosta, da Trysil nel cuore profondo della taiga fino a Røros, Patrimonio mondiale dell’Unesco.

E’ l’alba qui a Trysil, Norvegia a pochi chilometri dal confine svedese. I bassi raggi del sole si infilano tra i rami mossi dal vento degli abeti rossi dietro casa, creando giochi di luce sulla neve intorno a noi. Poco più in là, sotto una spessa coltre di ghiaccio, scorre il Trysilelva, poi le montagne, patria della taiga, e più in là la Svezia.

L’alba a Trysil

L’idea l’ho cominciata a maturare durante l’avventura dello scorso anno, a vela, in due, in inverno, oltre il circolo polare artico, da Bodø fin oltre Tromsø, a nord di Skjervøy, in tempi di Covid. E’ lì che la Norvegia mi ha stregato, libera da ogni forma di turismo per via del Covid, ho vissuto per 45 giorni, e raccontato la Norvegia incontaminata, quella dei pescatori e della gente di mare. Ho cercato di capire il loro rapporto con la natura, così diverso dal nostro sentire mediterraneo, e l’avventura, gli incontri, il compagno di avventura, sono stati protagonisti di una mia trasformazione personale, una sorta di epifania elettrizzante.

E’ questo che dovrebbe fare ogni viaggio.

Ne ho parlato a lungo con Kristian Bjornstad, direttore del Norske Parker, l’associazione dei parchi regionali norvegesi, perché il turismo mordi e fuggi, il cruccio comune, usa i luoghi, senza riuscire a farli comprendere. Cosa rende un uscita di skialp, un trekking, un viaggio, qualcosa di memorabile, che in qualche modo ci ha cambiati? Le aurore, lo sci, le slitte, il whalewatching, non sono, il più delle volte pensati, da chi ce li propone, come trofei da portarsi a casa avendo capito poco del contesto? Non è sbagliato, solo limitato.

Più ne parlavamo, più maturava un’idea che, durante una chiacchierata con Martina Bassanello, travel designer innamorata da sempre della Norvegia, ha preso forma e si è trasformata in un progetto più articolato.

Kristian, Martina ed io, entriamo in contatto, per lavoro, con persone che hanno di desiderio di vivere un’esperienza di viaggio profonda, totale, e chiedono di entrare, anche se per breve, nello sguardo del viaggiatore, vedere quello che vede, toccarlo con mano.

E ora siamo qui per dare al progetto il via: legare siti del patrimonio Unesco, luoghi di tutela e di salvaguardia del nostro patrimonio, con destinazioni intriganti e ricche di significato, ma non così conosciute, in un’esperienza di viaggio significativa

Con Kristian, Sandy e Trym del Norske Parker

Vogliamo raccontare un viaggio alla scoperta del vero spirito dei luoghi attraverso prospettive ed sensibilità diverse, per poi disegnare e riproporlo con lo stesso percorso per fare esperienza da viaggiatore nei tempi del turista. Perché poi, spesso, il problema non è tanto di sensibilità, quanto di tempo.

Eccoci dunque a Trysil, patria dello sci e sede del Norske Parker. Tra qualche giorno arriverà Aron, atleta e guida escursionistica, che ha sposato la causa fornendoci un punto di vista tecnico, quello sportivo, atletico. Ci raggiungerà, infatti, con l’ambizioso obiettivo di correre da Trysil al villaggio di Røros, cittadina mineraria patrimonio dell’Unesco, 183 km nel cuore della taiga norvegese.

Quello che vogliamo sperimentare e raccontare è l’intrecciare deliberatamente i punti di vista che, normalmente, viaggiano su inconsapevoli binari paralleli, cercando il confronto e una prospettiva al di fuori di noi.

Cercare lo spirito di Trysil richiede tempo. E’ bella, elegante, si è sviluppata intorno al nucleo storico tipicamente norvegese, secondo i dettami del turismo sostenibile. Che la chiave del successo a lungo termine, risiedesse nella natura incontaminata è stata un’intuizione vincente che l’ha portata ad essere stata una delle prime destinazioni turistiche europee a ottenere, nel 2013, la prestigiosa certificazione di Destinazione Sostenibile.

Da oltre 50 anni è la più grande destinazione sciistica (discesa, fondo, fuori pista) della Norvegia, tanto che lo stemma comunale raffigura 2 racchette da sci.

Statua di Hallgeir Brenden fondista norvegese

D’estate si trasforma in un paradiso per ciclismo, escursionismo e rafting.

I resort sono centralizzati attorno al comprensorio sciistico, in modo che gli ospiti vi lascino l’auto durante l’intero soggiorno. I sentieri sono progettati per mimetizzarsi con l’ambiente circostante, per non avere effetti negativi sulla natura, oltre a richiedere poca manutenzione, e ve ne sono di dedicati esclusivamente al trail bike in modo da impattare il meno possibile sulla natura.

E’ tutto davvero bello. Come tutte le cittadine turistiche, la vera Trysil si è nascosta per bene dietro l’apparenza. Scovarla non è facile, la si intuisce visitando il Museo dello Sci in centro, o il Museo delle Foreste di Elverum. Ma uscire dal sentiero battuto e confezionato non è facile.

Ed ecco il colpo di fortuna, quando chiediamo di prolungare di un giorno il soggiorno nella casa che abbiamo preso in affitto, ci dicono che non è possibile.

Se vi accontentate – ci dice Trym del Norske Parker – mia madre affitta una cabin nella sua fattoria, poco distante dal centro.

E come per magia, swooosh, eccoci nella vera Trysil.

Tutti i pezzi del puzzle vanno al loro posto.